Viaggio al termine della notte – Louis-Ferdinand Céline

Viaggio al termine delle notte

Viaggio al termine della notte (Voyage au bout de la nuit)

Ad recensionem - vuoi conoscere qualcosa di diverso dalla trama?

Tempo di lettura 10 minuti

Viaggio al termine della notte non è un libro facile. Ho fatto fatica. Questo non mi ha impedito di godermi il viaggio, con lui. Non mi ha impedito di finirlo. Sono un lettore lento e distratto. Spesso mi accorgo di leggere senza leggere e devo tornare indietro.

 

La versione è quella tradotta da Ernesto Ferrero.

Pagine 575.

Digressione numero 1

Abbiate pazienza, è uno dei miei primi articoli. 

Ci sono tante recensione in giro per il web. Sinossi varie, riassunti, le concettualizzazione del suo pensiero.

A me non interessa, o meglio, non mi interessa scrivere un altro testo uguale a tutti gli altri.

Non mi interessa nemmeno conoscere il sunto commentato della vita di Céline. Una biografia oggettiva è più che sufficiente. Il pensiero degli altri è interessante ma, a volte, è a senso unico, mi spiego.

Se un libro deve essere bello lo sarà perché nelle ricerche online che effettuerete, (al massimo le prime due pagine, tre per i più coriacei) troverete quel pensiero lì, impacchettato bene e vero perché più persone lo hanno detto. Vi accontenterete e anch’io. E dentro quegli articoli li sentirete parlare così bene, autocelebrandosi ad ogni rigo, che non potrete esimervi dal credergli. Infine prendete l libro in questione e lo leggete ma anche se qualcosa non va o al contrario sembra più bello di quanto tutti affermino, voi non riuscite a scindere il vostro pensiero dal loro. E anche se riuscite in questa impresa vi rimarrà sempre il dubbio.

Bella fatica!

A questo punto preferisco farmi un’idea personalizzata, in principio.

Però, se proprio non potete farne a meno, date un’occhiata a questo interessante sito che, per fortuna, esula quasi sempre da quello che ho appena affermato.

Che strano? Dico di non leggere gli articoli che parlano di libri o di autori eppure ne sto scrivendo uno proprio adesso. Un bicchiere di coerenza con acqua di cocco e un due gocce di angostura.

Ho trovato tanta sincerità nelle sue parole ed un ossessione per la morte che rimbalza su tutto il romanzo.

"Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se ne ha, morire è troppo. Ecco il mio parere."

"La verità, è un'agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere, morire o mentire. Non ho mai potuto uccidermi io."

Se non siete abituati a leggere o se preferite altri generi di argomenti forse non riuscirete a finirlo. La prima volta che ho letto il nome di Céline è in un racconto di Bukowski che elencava una serie di autori e di romanzi da leggere in non so quale occasione. Senza menzionare Viaggio al termine della notte.

“Céline, tutto”

Questo diceva, più o meno. Non ho voglia di andare a ricercare il passo. Se volete fidate se no, affari vostri.

Sono passati molti anni da quando ho letto questa piccola frase ma è rimasta ancorata nella mia memoria, come un ascesso dentale.

É inevitabile, per me, cercare corrispondenze con la realtà che ho attorno. Soprattutto in questo momento storico dove la menzogna è verità e la verità menzogna. Un mondo in cui è vietato parlare e confrontarci per paura di deragliare… dal mondo stesso. Una manciata di persone ha comprato questa Terra e non ce ne siamo accorti, possibile? E ci stiamo dentro come in una casa di villeggiatura affittata per quindici giorni.

"Per aiutarli si organizzavano delle collette, «Giornate» per questi, per quelli, e soprattutto per gli organizzatori delle «Giornate». Mentire, scopare, morire. Avevano appena proibito di tentare qualcos'altro. Si mentiva con rabbia al di là dell'immaginabile, molto al di là del ridicolo e dell'assurdo, nei giornali, sui manifesti, a piedi, a cavallo, in vettura. Ci si erano messi tutti. Si faceva a chi mentiva molto più degli altri. Presto, non ci fu più verità in città. Il poco che uno ci trovava nel 1914, adesso se ne vergognava. Tutto quel che toccavi era truccato, lo zucchero, gli aereoplani, i sandali, le marmellate, le foto; tutto quel che leggevi, inghiottivi, succhiavi, ammiravi, proclamavi, confutavi, difendevi, tutto quello non erano altro che fantasmi pieni d'odio, falsificazioni e mascherate. Perfino i traditori erano falsi. Il delirio di mentire e di credere ti si attacca come la rogna."

La mia ossessione di sottolineare le frasi mi perseguita come il mio gatto che miagola senza sosta, a tutte le ore, perché ha fame.

La sincerità è dappertutto e non si può che apprezzare. Il suo tempo è uguale al nostro. Cambia qualche dogma, qualche scenario e il modo in cui viene accettato. Ma è sempre, comunque e in ogni caso, una merda.

Non serve il Voyage per capire di cosa sto parlando. Eppure la storia, i romanzi, la sincerità, non ci insegna niente, ci lascia indifferenti. Continuiamo a credere che tutto è fatto per il nostro bene anche se è evidente che non è così.

E più si è popolari o, peggio, istituzionali, e più ci si crede e ci si prodiga a far si che tutti gli altri la pensino allo stesso modo. Anche quando si scopre la falsità, la doppia faccia, il doppio gioco, il conflitto di interessi, il ricatto economico, lo si accetta perché, andiamo, così è il mondo, che ci possiamo fare. E si segue l’onda. Ci si comporta allo stesso modo e per gli stessi motivi.

Per cui è lecito subire.

"Questo prova che per essere ritenuti ragionevoli, nulla di meglio che avere una gran faccia di bronzo. Quando hai una bella faccia tosta, quello basta, allora quasi tutto è permesso, assolutamente tutto, hai la maggioranza con te ed è la maggioranza che decide quel che è folle e quello che non lo è."

- Viaggio al termine della notte -

Cèline ritratto

Quando la morsa si fa più stretta è sempre per amore del popolo, dei più sfortunati, dei ghettizzati, delle minoranze e dei più deboli. Stronzate! Semplici strumenti di un’ipocrisia radicata dalla notte dei tempi.

Ve lo dico io, gentucola, coglioni della vita, bastonati, derubati, sudati da sempre, vi avverto, quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia... E' il segnale... E' infallibile. E' con l'amore che comincia. Luigi Quattordicesimo, lui almeno, ricordiamocelo, se ne sbatteva clamorosamente del buon popolo. Luigi Quindicesimo, lo stesso. Ci si puliva l'anello sfinterico. Non si viveva tanto bene a quei tempi là, certo, i poveri hanno mai vissuto bene, ma non mettevano nello sbudellarli la testardaggine e l'accanimento che vediamo nei nostri tiranni di adesso. Un po' di requie, le dico io, per gli umili, si ritrova solo nel disprezzo dei grandi, che al popolo non pensano che per interesse o sadismo... I filosofi, son loro, se lo tenga per detto fin che ci siamo, che hanno iniziato a raccontargli delle storie al buon popolo...Lui che conosceva solo il catechismo! Si son messi,proclamarono loro, a educarlo...

Attuale come non mai.

Torniamo al libro, per piacere, che è meglio.

“Guarda che stai parlando del libro. Hai pure inserito dei passi del romanzo!”

La struttura del libro non aiuta la lettura perché non ha capitoli ne paragrafi. Un unico lungo testo senza interruzioni. Incredibile.

 

Il modo in cui, in un dialogo, inserisce, senza togliere le virgolette, il dettaglio di chi parla e il modo in cui lo fa non da fastidio e gli semplifica la stesura. Lo fa sempre. Lezioni di stile.

“Ma sì! Che ce n’è una! E anche bella coma razza! insisteva lui, ed è persino la più bella razza del mondo e cornutaccio chi dice il contrario!”

Inoltre il soggetto, i pronomi, lo getta in mezzo alla frase, come per farti ricordare di chi è il punto di vista del personaggio, in mezzo a tutti quegli incisi, puntini, aferesi ed espressioni gergali come “ ‘sta cosa!”.

“Ho paura e poi la trovo da coglioni, ‘sta faccenda, se vuoi sapere quel che penso, me ne sbatto dei tedeschi, io, mi hanno fatto niente... -Sta’ zitto, gli faccio, che forse non so lì ad ascoltarci...”

Oppure

"Avevo coma una voglia di essere gentile con i tedeschi. Avrei proprio voluto che mi spiegasse, quello lì, fin che c’era, il riservista, perché non avevo il coraggio, io, di far la guerra, come tutti gli altri... Ma lui non spiegava niente, ripeteva soltanto che ne aveva le palle piene."

Le traduzioni non sempre portano dei benefici. Come faremmo a leggere questi libri senza i traduttori…

“ ‘Sti gerghi sono francesi? Italiani? ”

Chi può farebbe meglio leggerlo in lingua originale. Anche per evitare censure politiche, religiose, storiche, giornalistiche. In questo caso, credo, non ce ne siano, anche perché, altrimenti, avrebbero fatto prima a bruciare tutte le copie esistenti. Che senso avrebbe dopotutto farlo? Tanto nessuno riesce a fare 2+2 e se qualche stronzo ci riesce c’è sempre il modo per farlo sentire ridicolo.

Era un’altra epoca; Ma adesso siamo più liberi; Viviamo in democrazia ora; C’è più igiene, prima i bagni non esistevano… cose di questo tipo.

Nel suo linguaggio c’è davvero un po’ di tutto, anche le bestemmie per esempio. Ma attenzione!

C’è molto altro, un bel campionario di parole nuove, che posiziono nella mia bacheca, nel reparto “enciclopedia”.

Giusto per fare qualche esempio. Certo, certo. Parliamo sempre di una traduzione. Magari Céline avrà usato altre parole e altri concetti, chi lo sa. Anche se ho compreso e imparato, da questo romanzo, complessivamente un 5% del totale ne vale la pena.

Leggere vale sempre la pena. Meglio una traduzione che niente.

La prima recensione/commento che appare all’inizio della ricerca ci va giù pesante per quanto riguarda la traduzione. Posso essere d’accordo tutto sommato. Nella postfazione del romanzo, una piccola parte è dedicata alla spiegazione delle traduzione, diciamo così.

"Nella presente traduzione è stato scelto, per la parte lessicale, un «parlato» basso d'area sostanzialmente padana, con qualche apporto centro-meridionale di parole entrate nel comune uso quotidiano e scherzoso, come «sfizioso» o «cazziatone». Si è poi cercato di rispettare sostanzialmente, con qualche rara eccezione, i ritmi interni della «"petite musique"» céliniana, le slogature sintattiche, le dislocazioni e inversioni di parole nel percorso delle frasi, l'ossessivo ricorrere di pronomi e di avverbi. Un altro problema analogo, e di non poco conto, era quello se accettare in italiano lo scardinamento quasi sistematico della "consecutio temporum" che Céline adotta soprattutto con i congiuntivi, proprio per ricreare nel flusso di un discorso tutto al passato le emozioni, i soprassalti, le urgenze del presente."

Ragazzo della recensione/commento, che vuoi che ti dica? Potevo leggere questa edizione e, anche se hai tutte le ragioni del mondo, mi sono accontentato. Il francese non lo conosco. Leggere un romanzo nella mia lingua madre è un piacere in primis, oltre che un grande aiuto e insegnamento per la mia passione. Se inizierò un corso di letteratura o se diventerò ricco, ti prometto che cercherò un’altra traduzione o imparerò il francese.

Però grazie. Sei stato sincero e lo apprezzo.

Su Ebay ci sono alcune vecchie edizioni. L’edizione in francese di cui ho inserito la foto qui di fianco non costa mica poco!

Si può trovare anche qualcosa a meno. Un edizione del 1952, ad esempio, oppure, mossa tattica, “Voyage au bout del nuit” e “Nord” insieme a due spiccioli, anche se quest’ultimo è il secondo romanzo appartenente ad una trilogia. ( 1° Da un castello all’altro e il 3° Rigodon. Per una prima ricerca tecnica Wikipedia va bene.)

Viaggio al termine delle notte

- Viaggio al termine della notte - Voyage au bout de la nuit -

‘Sta diventando un po’ troppo lungo il discorso. Potrei continuare ancora per molto tempo sebbene non vi ho neanche parlato della storia.

Conclusioni rapide di "Viaggio al termine della notte"

Il viaggio attraverso la morte, nella notte, è stato illuminante, triste, disperato e molto sincero.

Credo che non ci sia un momento buono per leggerlo. Di mattina potrebbe distruggere la tua voglia di vivere. Di sera ti rovina il sonno e di pomeriggio ti regala un’apatia perenne, come la nebbia dalle mie parti. Per la sincerità va fatto un bel respiro profondo. Ci vuole coraggio.

Forse abbiamo bisogno di libri di questo genere per darci una svegliata, per affrontare temi e problematiche forti. Non possiamo sempre spegnere il cervello altrimenti di cosa parliamo?

Jean Giono, uno scrittore francese coetaneo di Céline, diceva: 

“Troppo artificio, troppo partito preso: se Céline pensava davvero quel che aveva scritto, doveva suicidarsi.”

- Viaggio al termine della notte -

Viaggio al termine Cèline soldato

Il gioco vale la candela. Mia opinabile opinione.

"Il dolore si esibisce, il piacere e la necessità hanno delle vergogne." - Viaggio al termine dell notte -

 Concludendo molti concetti, idee personali , confessioni inconfessabili accerchiati da un lungo peregrinare infinito e maleducato. Davvero molte frasi, parole, modi di scrivere, anarchia letteraria, da inserire nella propria biblioteca personale. Traduzione, portami via…

"«Ne hai già basta, eh, di vedermi?... Dillo dunque che ne hai basta!»" - Viaggio al termine della notte -

Digressione numero due, domande e fine delle storia.

Questo è il mio primo articolo su un libro, indirizzato ad un pubblico. Mi sono impegnato parecchio ad essere sincero e forse mi è capitato proprio il libro adatto. Leggere è vitale ed è il modo migliore per uscire dal guscio e anche per rimanerci. Forse ho ecceduto, in alcune parti, con cose che non c’entrano niente con “Viaggio al termine delle notte” ma sto cercando di farmi conoscere. Cerco di essere sincero, di dire quello che penso, anche se sbagliato o non condivisibile.

 

 

Cosa vi è piaciuto dell'articolo?
Siete stati delusi da non sapere niente della trama?

Le informazioni tecniche, stilistiche, grammaticali all’interno del libro vi sono piaciute?

Le citazioni sono state di gradimento?

I link sono stati appropriati e di aiuto?

Lasciate un commento, parliamone, se vi va.

Ad recensionem di Be Frank. Al prossimo libro, alla prossima non recensione.

 

Aggiornato al 19-12-2021

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2 anni fa

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