Il racconto sul caffè Moak

racconto concorso caffè Moak

Il racconto sul caffè Moak per il concorso Caffè Letterario

Il racconto sul caffè Moak

Non ho una grande esperienza e un buon rapporto con i concorsi letterari. Ho provato a partecipare a questo tipo di kermesse solo una volta.

Questo è la storia del racconto sul caffè Moak per il concorso Caffè Letterario promosso dal famoso marchio.

Storia di un racconto

Estate 2020. Da pochi mesi avevo fatto rientro alla base, con i bivacchi pieni di oggetti personali consunti dalle vicissitudini. Ero nel bel mezzo, nel cuore pulsante, del mio manoscritto che avrei terminato da lì a pochi mesi. Facevo un altro lavoro, nel frattempo. Il tempo lo dovevo rosicchiare, elargire, moltiplicare e mescolare come un fromboliere appeso ad un filo agganciato tra due grattacieli. Scrivere è fare due lavori di cui uno non ci azzecca niente.

Avevo una voglia matta di mettermi in gioco, galvanizzato dalla stesura del mio blocco di ghiaccio che giorno dopo giorno si scongelava ma che era ancora estremamente distante da poter essere scoperto. Avevo bisogno di danaro, avevo bisogno di autostima, avevo bisogno di consigli e pareri.

Non pensai alle riviste, o meglio, ci pensai ma non gli diedi il giusto peso.

Evitare di inviare i miei racconti alle riviste mi ha fatto perdere un tempo spropositato. Fottuta autostima del cazzo.

Avevo bisogno di svanziche. Pensavo che i soldi mi potessero riconoscere come scrittore. Ottenere un po’ di tranquillità per poter scrivere senza apparire un perdigiorno agli occhi di chi mi stava intorno. È talmente facile essere stupidi che piano piano ci si abitua ad esserlo fino a che si perde il senso della realtà.

Iniziai a cercare con la frenesia di un fedele in chiesa che canta e danza dopo un presunto miracolo.

Mi fermai al primo sito.

Ce ne erano per tutti i gusti, con doppia panna e con le varie granelle da spolverare sopra. Potevo addirittura scegliere un mio racconto, revisionarlo, formattarlo per il tipo di concorso evitando così di trascurare il mio manoscritto e la mia vita.

La maggior parte dei concorsi a me più affini non avevano le caratteristiche che cercavo: non pagavano bene.

Era come se già avessi già l’assegno in mano. Non avevo il coraggio di inviare i miei racconti alle riviste ma mi sentivo pronto per vincere un concorso letterario.

Stai a vedere che sono proprio io...

Un classico, uno stereotipo se vogliamo. Coglionaggine allo stato brado. I soldi possono solo tradirti.

Ho scrollato la pagina, cercando di trovare un concorso non troppo distante ma che mi desse il tempo necessario per confezionare un nuovo racconto, revisionarlo, farlo leggere, revisionarlo di nuovo, formattarlo e abbracciarlo prima di mandarlo per la sua strada.

I quattrini mi fecero adocchiare questo concorso.

Il bando era semplice e le vincite erano ingenti.

1500, 1000 e 500 euro tra il primo e il terzo posto. Per di più gli autori selezionati avrebbero ricevuto l’eventuale premio durante una serata di premiazione organizzata ad hoc in una città della Sicilia, Modica. Vitto e alloggio pagato dall’Organizzazione.

Bingo!
La prima parte del bando era questa.

Si concorre inviando un solo racconto inedito in lingua italiana sul caffè (tema da intendere nella sua accezione più ampia: come luogo di incontro, bevanda, chicco, pianta, ecc.). La lunghezza del racconto va da un minimo di 5 ad un massimo di 20 cartelle. Per cartella si intende un testo della lunghezza di 1800 battute, spazi inclusi (il numero di caratteri andrà quindi da un minimo di 9000 ad un massimo di 36000 battute, spazi inclusi).

Avevo margine di manovra, spazio immaginativo, una quasi libertà di movimento e la quota non era spropositata. 18 euro. Poteva valerne la pena, tutto sommato.

La scelta era fatta e la sfida era iniziata. Caffè letterario Moak, XIX concorso nazionale di narrativa avrebbe ricevuto i miei soldi e il mio racconto.

C’era il trucco?

Nessuno. Moak è un azienda nata nel 1967. Il concorso anche quest’anno si appresta a ripetersi, inaugurando la sua XX edizione. Ci sono i vincitori del 2020 e i finalisti che verranno pubblicati nell’antologia I racconti sul caffè 2020.

Tutto alla luce del sole, con un sito internet dedicato ed un sistema ben oliato. Dovevo solo scrivere il racconto. Appena lessi il fulcro del tema e cioè caffè, l’unica parola a cui potevo aggrapparmi, la mia testa iniziò subito a frullare e mi resi conto di avercelo, proprio lì, di fronte ai miei occhi, lungo la strada che mi portava sulle coste laziali.

Ci pensai per parecchi giorni. Solo dopo averlo scritto feci la strada che avevo descritto nel racconto e non dovetti cambiare niente. Lo feci leggere a tre persone. Non avevo più molto tempo. C’erano alcuni accorgimenti di cui dovevo tener conto e gli errori, i maledetti errori di grammatica, che escono fuori come le formiche in estate.

Un giro di riscrittura, un altro parere, la correzione finale. Ci persi tempo e con piacere.

Pagai la quota e andai a controllare le altre informazioni del bando riguardanti la formattazione del testo, la biografia, i dettagli tecnici.

Il racconto partecipante va inviato entro la mezzanotte del 26 Luglio 2020 esclusivamente via mail all'indirizzo letterario@caffemoak.com come allegato (formato ammessi: .doc, .docx, .odt, .rtf). Oltre al racconto, nella stessa mail va allegato un file con una breve biografia di massimo 1000 battute spazi inclusi e la ricevuta di avvenuto pagamento dell’iscrizione al concorso. Verrà data conferma della corretta iscrizione al concorso entro 72 ore dalla ricezione della mail. La sostituzione del racconto inviato potrà avvenire entro 24 ore dall'avvenuta notifica di ricevimento da parte della segreteria del concorso.

Nell’oggetto della mail dovranno essere indicati: – nome dell’autore e titolo dell’opera (esempio: Mario Rossi – Ultima tazzina a Caracas).

Nel corpo della mail dovranno essere indicati: – generalità dell’autore (nome, cognome, data di nascita, indirizzo, recapito telefonico, e-mail);

– dichiarazione di paternità intellettuale e di autorizzazione al trattamento dei dati personali simile alla seguente:

Il sottoscritto [inserire nome e cognome dell’autore] dichiara che il racconto [inserire nome dell’opera] è inedito. Dichiara inoltre di esserne l’autore, di non averne ceduto a terzi i diritti di distribuzione o altri diritti legati al copyright e di poterne disporre in piena e assoluta libertà.

All’interno del file contenente il racconto dovrà essere indicato solo il titolo dell’opera. L’impaginato deve avere le seguenti caratteristiche:

carattere Times New Roman corpo 12, interlinea 1,5;

– testo giustificato

– numero di pagine;

– evitare inoltre doppi spazi e doppi invii.

Feci quanto richiesto, controllai ancora e ancora e ancora che tutto fosse giusto e lo inviai proprio qualche giorno prima della scadenza.

Mi sentivo libero, mi sentivo appagato. Avevo smesso di pensare ai quattrini.

Intanto continuai a fare due lavori.

Terminai il mio romanzo i primi giorni di dicembre. Era la prima bozza, ancora acerba, sporca di sugo e unta di sudore. Ma il blocco di ghiaccio si era sciolto. La fisionomia era chiara e si avvertiva anche un odore nuovo, a volte dolce a volte acido, come quando mangi il gelato dopo essere uscito dall’acqua del mare.

Quello che ci accade è quello che desideriamo, nel bene e nel male.

fine

Non sono stato selezionato, non ho vinto e non mi hanno pubblicato.

Dobbiamo cercare di confrontare il significato di lieto fine, tra me e voi, in primo luogo.

Avevo approcciato questo concorso soltanto per i soldi e, in minima parte, perché avevo un’idea e mi sono ritrovato, nel complesso, con qualcosa di più della grana e questo mi basta a dire il vero.

La mia esperienza con questo premio letterario in fondo è tutta qui. Con l’organizzazione non ci ho parlato nemmeno una volta, non mi hanno mai risposto, non mi hanno dato un parere. Ho fatto tutto io. Ho cercato, ho scritto, ho pagato.

Non c’è nessuna critica in queste ultime parole anzi semmai sono tutte per me. Reputo il concorso letterario Moak interessante e, fino a prova contraria, professionale, con tutte le sue accezioni.

Battuta di pesca - Il racconto invio per il concorso

Appena inviato il racconto sul caffè Moak mi resi conto di aver fatto uno sbaglio tremendo a cui non potevo porre rimedio. Lo dico? Lo dico.

Avevo invertito l’est con l’ovest!

È il bello della diretta.

Non è un lungo racconto ma qualche minuto di attenzione lo pretende. L’ambientazione è una strada a me cara che ho riscoperto e ho iniziato ad amare.

Abbiamo le vigne, abbiamo gli alberi da frutto, abbiamo la montagna e il mare e siamo su un terreno ricco di storia, assuefatto dalla vita e dal buon cibo. Siamo artisti con tutte le cose che maneggiamo, guardiamo, spostiamo, leggiamo e amiamo. È la nostra terra, la nostra casa.

Potete scaricare il racconto "Battura di pesca" gratuitamente. Per gli iscritti alla newsletter posso inviare il racconto, su richiesta, nel formato mobi ed epub.

Oppure potete leggerlo direttamente sul mio blog.

Battuta di pesca – Racconto sul caffè

Commentate, votate, fate qualcosa. Le critiche sono il mio pane quotidiano.

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