Perché riscrivere sempre un racconto

Riscrivere un racconto ti aiuta sempre a analizzare in profondità quello che hai scritto perché, con il testo davanti, andrai a spulciare rigo per rigo, fino alla fine, ogni singola parola che hai scritto

Perché riscrivere sempre un racconto
Secondo capitolo sul tema della riscrittura di un racconto. Dopo aver parlato della lettura della prima bozza, in questo articolo spiego l'importanza di riscrivere sempre un racconto.
Tempo di lettura 2 minuti
Intanto separiamo due cose: riscrivere è proprio iniziare dal principio a scrivere di nuovo un testo che si è già scritto, revisionare invece è lavorare sul testo già scritto, correggerlo, aggiungere o togliere qualche parole, frase, pezzo.

 

Carver era uno di quegli scrittori che amava riscrivere sempre un racconto per tutto quello che scriveva, a prescindere. 

Sono in linea con lui: un racconto o anche un romanzo, va sempre riscritto daccapo, mantenendo l’originale davanti agli occhi: ci saranno dei pezzi che potrebbero andare quasi bene, altri che dovranno essere cancellati o riscritti, altri in cui hai in mente cosa aggiungere e ti lasci di nuovo trasportare dalla creatività (anche questo un momento godurioso).

 

Però non amo riscrivere o meglio, non sempre.

Forse perché alcuni testi non mi piacciono e inconsciamente so già che non hanno futuro o che hanno perso la mia attenzione nel momento che li ho scritti; oppure perché ci sono dei casi in cui scrivo solo per sviscerare quello che mi passa per la testa, come mi capita quando scrivo qualche pagina di diario o degli articoli su qualche argomento specifico, utile solo per far chiarezza dentro di me: e quei testi non li vado a modificare, al massimo li correggo nella forma, perché sono il mio brodo primordiale.

Alla fine dei giochi credo sia necessario per me riscrivere un racconto perché, nella foga della prima bozza, in quel momento di lucidità in cui sto creando e febbrilmente batto su quei tasti cercando di attingere alla fonte di acqua fresca, è inevitabile che lascio qualcosa per strada e devo almeno provare a vedere se posso raccoglierla.

Ma sarebbe stupido da parte mia, io che voglio pubblicare quello che scrivo, non pensare in quello stesso istante anche al lettore che potrà leggere quel racconto e cercare di confezionare una seconda bozza che sia una storia la quale reputo almeno completata.

Inoltre riscrivere daccapo un testo, seguendo riga per riga quello che si ha scritto in precedenza, è un modo classico per spulciare parola per parola il racconto e riuscire a vederne tutti i pregi e i difetti, oltre che errori grammaticali, di sintassi, di distrazione, quindi necessario non solo dopo la prima volta ma anche successivamente, se si lavora da soli.   

E qui entra in gioco il fattore gestazione.

Di solito si lascia il racconto a maturare per un po' di tempo prima di rimetterci le mani perché lo quando lo si leggerà si riusciranno a vedere dettagli che a caldo saranno impossibili da vedere. Aspettare un determinato periodo prima di riscrivere il racconto funziona, non c'è altro da dire, semplice conoscenza della mente umana.

Oltre il fattore gestazione che a parer mio è necessario per uno scritto, tutto il resto rimane a discrezione di chi scrive a seconda dei tempi che si hanno, della bravura, della pianificazione e del futuro che si creda possa avere quel testo.

Quanto importanza date alla riscrittura di un testo?
Condividi l'articolo se ti è piaciuto!
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x